30 giugno 2006


come un bicchiere di rum tracannato tutto d'un fiato

29 giugno 2006

un giorno


nel quale si alzano gli occhi e si cambia punto di vista

27 giugno 2006

un giorno


nel quale tentiamo ad ogni costo di reggere situazioni instabili

26 giugno 2006

...

Per me
l'ago della bilancia
sei sempre tu.
M'hanno chiesto chi sei. Se lo sapessi
lo direi a gran voce. E sarei chiuso
tra quelle sbarre donde non s'esce più.

25 giugno 2006

Trouble

24 giugno 2006

...

Spesso tentiamo di intrometterci in situazioni che non ci riguardano. Aree personali dedicate ad emozioni, impressioni che non necessariamente devono essere capite e condivise. Andiamo oltre quel limite che in realtà non riusciamo a superare e nel disperato tentativo, ci sopravvalutiamo troppo.
Bisognerebbe mettersi da parte, osservare con più cura. I nostri interventi non sempre sono graditi e spesso sono solamente un modo per dire "ci sono anche io", quel disperato bisogno di sapere che qualcuno sappia che tu ci sei. Un tentativo che spesso ofusca la vista, impedendoci di leggere ed osservare quelle due semplici parole che fanno di noi delle persone in grado di pensare con la propria testa: compos sui.
Spesso si è già ciechi prima di perdere la vista.

21 giugno 2006

...

Ci sono gesti per cui non sempre si può trovare una spiegazione facile, e talvolta neppure quella difficile può essere trovata.

15 giugno 2006

...

Come tutto può diventare fastidioso. All'inizio si ride si scherza ma dura veramente poco.
E' l'intruso che dà fastidio. Vedi quel tuo piccolo mondo che ti sei creato attorno a te andare sgretolandosi; si perde il contatto con ciò che è tuo. Perdi il controllo e non sai più dove andare, si rompe quel cerchio costruito con fatica, e questo non si accetta.
E' difficile farsi accettare anche se tutti a parole sono disposti a farlo. A parole.
Come è difficile vedere persone che accettino parole diverse da quelle che sono solite ascoltare. Non bisogna uscire fuori dal paradigma, guai a farlo! Vogliono sentire solo quello che li rende sicuri oppure in contrapposizione solamente cose allarmanti, ma risolvibili senza sforzo.
Se volete dire qualcosa siate anonimi, il nome non interessa. In fondo il non sapere inizia a stuzzicarci.

13 giugno 2006

La normalità

Si parla di normalità. Di quella nostra carattestica che raggiungiamo e una volta fatta nostra la neghiamo. Non riesco a spiegarmi questo rifiuto. Eppure abbiamo sudato per raggiungela. Si tenta di evitarla con frasi di circostanza e tentando di rifugiarsi nella filosofia, che non impegna mai.
Si sfugge alla normalità cadendo nel tranello che ci tende, semplicemente dicendo: la normalità è soggettiva. In fondo è tutto soggettivo, ovvero il modo più semplice di dire ognuno pensi per se. Non voglio assolutamente condannare la soggettività delle cose, ma vorrei solo che le parole siano pesate meglio. Siamo abituati a parlare poco e quando abbiamo la possibilà lo facciamo troppo. Abbiamo bisogno di sfogarci, di incazzarci, di mostrare che dietro ad un freddo messaggio c'è una faccia che sorride, una faccia imbronciata o degli occhi languidi. Ne abbiamo bisogno, ma purtroppo il pasare del tempo ha voluto che ci adeguassimo a tutto ciò che "viene imposto". E' normale avere un cellulare, anche due, è normale fare questo è normale fare quello.

La normalità è normale, come è normale essere folli quando si và in folle.