19 aprile 2006

Ormai è tardi?

Una domanda retorica. Il titolo di una canzone. Forse non è una domanda. Infatti non lo è. Solamente una riflessione.

Non giudicate subito, almeno qui. Non c'è nessuno da meravigliare.

Magari non susciterà interesse come punto di riflessione. Ognuno ci vedrà quel che vorrà.
Per quello che evoca nella mia testa lo trovo interessante. Anzi direi che è un argomento a me caro, come lo è per chi mi ha suggerito di scrivere qualcosa sulla nostalgia dei tempi passati. Almeno questo è quello che viene in mente a noi.
Quei tempi pieni di allegria tristezza voglia di fare voglia di essere. Spensierati. Ecco, spensierati è proprio l'aggettivo giusto per definire quegli anni. Ancora una volta. Spensierati.
Anni passati a gustarsi la vita, assaporarla avidamente. Rischiare a scuola, con i professori, con gli amici, con i genitori. Essere sempre in bilico. Una ricerca continua di emozioni, egoisticamente tenute per se o condivise senza paura con chi ti circonda. Camminare sul filo del rasoio. Esagerare fino a sbattere la testa senza avere il timore di spaccarla. Ci si rialzava sempre.

Alcune volte mi piace ricordare, in compagnia però. Non amo ricordare da solo, non mi piace. Non ci riesco.

"I ricordi, buoni solo a far piangere".
Non voglio ricordare, voglio non dimenticare.
Non voglio chiudermi in una gabbia immaginaria piena di tutto ciò che è stato.
Non voglio pensare che sia tutto finito.
Eppure il cielo inizia a pesare.

Ormai è tardi? Forse si ma conviene andare avanti, meno si concede alla vita più ci si inoltra nella morte. E' il momento di affrettarsi.
Vi saluto.
Sono in ritardo.
Devo correre.